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Rendere felici i clienti innamorati dell’Italia: chiacchierata con Angelo Inglese

L’eccellenza artigianale italiana è nota in tutto il mondo. Come può un’azienda portare l’eccellenza locale alla conquista dei mercati internazionali preservando l’autenticità della tradizione e del rapporto con il cliente? Ne parlo nella mia intervista con Angelo Inglese, Owner di G. Inglese: la sartoria che ha conquistato la Casa Bianca, primi ministri di tutto il mondo e diverse case reali. Sua è la camicia indossata dal Principe William il giorno del matrimonio e da Trump il giorno dell’insediamento.

Eppure, questa sartoria ormai celebre in tutto il mondo è partita come una piccola bottega di Ginosa, cittadina in provincia di Taranto. È Angelo stesso a raccontarci la sua affascinante storia nel corso dell’intervista, che potete ascoltare qui sotto.

“La mia storia è la storia della mia famiglia. Della nonna, prima, di mio padre e dei miei zii dopo. Parte negli anni ‘50, precisamente nel 1955, quando la nonna, rimasta vedova, con quattro figli maschi, si ingegnò e iniziò a fare camicie cucite a mano con una sua vicina”

Gli zii di Angelo vollero imparare l’arte della sartoria. Tuttavia, Angelo racconta che a quei tempi fare camicie era considerata un’attività da donne di cui si occupavano le camiciaie. Per cui, impararono l’arte della sartoria da un sarto e misero su una sartoria da uomo che cuciva anche abiti e cravatte.

Poi entrò nell’attività anche il padre. In quel periodo, però, ci fu un’ondata industriale e la nascita di alcuni insediamenti tra Taranto e Matera scoraggiò molti apprendisti sarti, portando anche gli zii e il padre di Angelo ad allontanarsi dal progetto della sartoria. 

Così, dopo la perdita del padre – un momento difficile in cui zii e cugini non volevano più andare avanti con l’attività –, fu Angelo a prendere in mano l’azienda vent’anni fa. Con un obiettivo ben preciso: internazionalizzarla. “Questa fu la mia prima idea: portare la nostra cultura, la nostra tradizione, il nostro prodotto al di là di Ginosa, della Puglia e dell’Italia”.

Un’internazionalizzazione che quindi non significa perdita della tradizione. Al contrario, significa portare questa tradizione in tutto il mondo, preservandola e facendola conoscere a chi dall’esterno non può che rimanerne affascinato.

“Io sono sempre stato attratto dagli occhi puntati sull’Italia e sugli italiani da parte degli stranieri. L’idea di soddisfare questi clienti innamorati di noi, del nostro lavoro e del nostro territorio”.

Immagine tratta da www.store.g-inglese.com

Questo è ciò che ha spinto Angelo ad aprirsi ai mercati esteri. In primis, il Giappone. “Prima di vendere, si trattava di far innamorare i giapponesi di quello che facevamo, le operazioni a mano, le ribattiture fatte con il filo di seta”. Ma come riuscire a far “innamorare” di un prodotto dei clienti a distanza, che non possono toccarlo con mano? Essendo agli albori di Internet, l’idea che ebbe Angelo fu semplice: fare dei video di pochi secondi della lavorazione degli abiti, che venivano inviati di notte in Giappone

Di qui, il primo ingresso e il successo nel mercato giapponese. Un successo mosso da uno strumento e un’operazione che quasi anticipano delle tendenze di oggi: il video come mezzo per entrare in relazione con i consumatori e accrescerne la fiducia. Si vedano i recenti esempi di uso dei video e delle live sui social da parte dei commercianti, così come i nuovi trend del Video Shopping o del Virtual Personal Shopping che stanno disegnando l’immagine di un eCommerce sempre più “Human to Human”.

Ancora oggi, la sartoria Inglese invia delle foto del prodotto in lavorazione, mantenendo così anche a distanza un senso di autenticità e di rapporto 1to1. Le foto dicono “questo è il tuo capo, lo stiamo facendo per te con amore e con passione”, spiega Angelo. Aprendosi all’export e al mondo dell’eCommerce, il proprietario della sartoria pugliese non vuole affatto rinunciare a garantire quell’esperienza e quell’assistenza tipiche delle botteghe fisiche

Chiaramente, riuscire a dare ai clienti online la stessa soddisfazione che hanno nel mondo offline è una sfida. Una sfida che è anche logistica.

Di qui, la ricerca di un partner affidabile. Partner che Angelo ha trovato in UPS. “Per noi l’esperienza dell’acquisto è diventata una priorità. Quindi ci dovevamo affiancare ad un partner di qualità che ci potesse garantire tutti i requisiti per poter ‘coccolare’ il cliente, dargli l’importanza voluta. Io parlo proprio di ‘coccolare’, perché per noi il cliente è importantissimo. Pensiamo a diverse esperienze che possiamo offrire in modo da farlo sentire un re o un principe”. Parole che senza mezzi termini dimostrano quell’attenzione al cliente, quella vocazione a mettere il cliente al centro che è oggi un aspetto fondamentale per un business che voglia aumentare i guadagni e la Customer Satisfaction. “Io sono stato abituato sin dalla piccola età a mettere il business in secondo piano. Se si lavora bene a livello umano, nei rapporti, nella relazioni, il business viene da solo”.

Ma in che modo concretamente UPS aiuta aziende locali come quella di Angelo Inglese a garantire la soddisfazione dei clienti? E come favorisce la crescita dei business locali sui mercati esteri? 

Il colosso della logistica e delle spedizioni internazionali da anni punta a offrire un servizio veloce e affidabile. La sartoria G. Inglese sa di poter contare sulla rapidità della consegna per i propri abiti, che da azienda artigianale non ha mai in stock ma realizza su richiesta dopo un ordine. UPS, inoltre, da tempo si mette al servizio di piccole e medie imprese per aiutarle a internazionalizzarsi. Un esempio è il nuovo volo Napoli-Milano-Colonia, con cui la società americana promette di collegare il Sud con il resto dell’Italia e dell’Europa, aiutando le PMI ad aprirsi ai mercati internazionali (ne parlo in questo articolo). 

Immagine tratta da www.store.g-inglese.com

Un obiettivo che ben si sposa con quella che è la personale missione di Angelo Inglese: portare “i colori, la bellezza e l’artigianalità” del nostro territorio oltre i confini del territorio stesso. “Raccontare questa tradizione, questo umanesimo, questa grande storia attraverso la tecnologia”.

E da imprenditrice nel mercato digitale e donna del Sud che dalla Sardegna è arrivata in Puglia, non posso che condividere questa missione di Angelo che porta l’eccellenza del Sud e dell’Italia in tutto il mondo. Là dove ci sono quegli “occhi puntati sull’Italia e sugli italiani” che tanto amano quello che facciamo. 

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