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Il Marketing anti-spreco tra sostenibilità e risparmio

Non è un buon periodo per le finanze di commercianti e consumatori. Con i rincari e l’inflazione che ha raggiunto livelli che non si vedevano da decenni – ad agosto ha segnato un valore record del 9% (fonte: Ansa.it) –, sempre più consumatori cercano modi per ridurre le spese. Su TikTok hashtag come #budgeting e #savingmoney hanno circa 2 miliardi di visualizzazioni (guardando ai contenuti in italiano, l’hashtag #risparmio ne conta quasi 180 milioni).

Ciò mette in pericolo vendite e guadagni delle aziende, già in difficoltà a causa di margini che si comprimono progressivamente di più per via dell’aumento dei costi. (È l’88% dei merchant a dichiarare un aumento dei costi in Italia.) Per un commerciante diventa fondamentale riuscire ad attrarre clienti sempre più propensi al risparmio. E sono in molti a puntare su questo aspetto nelle proprie comunicazioni di marketing, usando la leva degli sconti e promuovendo articoli con cui spendere meno.

E se un’altra leva provenisse dall’economia circolare e dal mondo della sostenibilità?

Di primo acchito potrebbe sembrare quasi controintuitivo associare sostenibilità e risparmio. Quando pensiamo alla sostenibilità, spesso pensiamo magari a qualcosa che ha i suoi costi: costi che i consumatori non sono sempre disposti ad accettare, specie in un periodo di rincari.

Ma guardiamo anche a tutto il mondo dell’upcycling e del reselling, con piattaforme come Vinted e Depop che diventano sempre più popolari permettendo di dare nuova vita a oggetti e vestiti usati a costi inferiori rispetto ad articoli nuovi (e soprattutto, con un costo ambientale nettamente ridotto, nella misura in cui evitano che quegli oggetti usati finiscano tra i rifiuti e che altre risorse vengano consumate per produrne di nuovi).

Del resto, come leggevo in un articolo su Adweek, una tendenza in crescita per far fronte all’aumento dei prezzi è quella di riutilizzare o far durare più a lungo prodotti di abbigliamento e cura della persona in alternativa all’abitudine consumistica di acquistarli e buttarli via velocemente, come dimostrano anche alcune discussioni all’interno della community r/Frugal su Reddit – cresciuta di quasi il 60% nella prima metà del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno prima.

Ecco che un marketing anti-spreco può diventare un modo per avvicinare clienti attenti all’ambiente ma anche al portafoglio.

Questo in un periodo in cui, se da un lato aumenta la propensione al risparmio, dall’altro aumenta anche la sensibilità dei consumatori verso tematiche ambientali e l’adozione da parte delle aziende di modelli di produzione e vendita sostenibili. Basti pensare che due terzi dei consumatori è disposto a pagare di più per i prodotti sostenibili (fonte: First Insight).

Quali sono alcuni esempi di marketing anti-spreco?

Da Joe Zampetti, pet store molto diffuso nel Sud Italia, i clienti possono ad esempio trovare una postazione con secchielli riutilizzabili con cui ricaricare la lettiera ogni volta che vanno in negozio. Un’ottima iniziativa per risparmiare evitando al contempo gli sprechi.

Si possono poi promuovere prodotti che aiutano a risparmiare e al contempo a ridurre il consumo di plastica, come in questa email di Kasanova che incentiva l’acquisto di un gasatore d’acqua in sconto (per contrastare l’acquisto di acqua in bottiglia).

Il brand beauty Zago, invece, ha usato la leva della promozione per offrire uno sconto in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente su tutti i prodotti con contenitore in vetro.

Anche in questo caso viene usato un messaggio in cui la convenienza si accompagna a una scelta improntata al rispetto dell’ambiente. Un po’ come anche in questa email di Dmail sull’uso di una maxi sfera ecologica per lavatrice, promossa sia per il prezzo conveniente che per i benefici verso l’ambiente che apporta al posto dell’utilizzo di detersivi nocivi.

Verso un mercato più sostenibile?

Non dobbiamo illuderci. La transizione verso modelli di vita e di business davvero sostenibili e rispettosi dell’ambiente è lunga e complessa. Né bisogna sottovalutare le criticità legate ai costi della sostenibilità, che l’inflazione non fa che acuire.

Tuttavia, quella di unire sostenibilità e convenienza rimane, sia per i negozi fisici che per gli eCommerce, una sfida urgente, anche nell’ottica di rispondere alle aspettative di consumatori sempre più sensibili e consapevoli. E proprio un periodo come questo, in cui siamo costretti a rivedere le nostre abitudini, può essere decisivo per abbracciare stili di vita orientati non solo al risparmio ma anche alla tutela dell’ambiente.

Come spesso accade, insomma, una crisi può trasformarsi un’opportunità, per il tuo business come per il pianeta.

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