Le monete digitali sono sempre più realtà in Occidente come in Oriente.
Con la crescita dei pagamenti digitali e la diffusione sempre maggiore delle criptovalute, il tema comincia a porsi anche al livello delle istituzioni statali e dalle banche centrali di vari Paesi.
Questo avviene tanto in Europa (con la BCE) quanto negli USA (con la FED). Tuttavia, è soprattutto la Cina a indicare con chiarezza gli scenari a cui questa rivoluzione apre.
Se da un lato, infatti, il Paese ha messo al bando criptovalute “private” come il Bitcoin, dall’altro sta oggi conducendo uno dei principali esperimenti a livello mondiale di valuta digitale di Stato.
Vediamo di che si tratta.
Cosa succede a Levante? La distribuzione di 10 milioni di yuan digitali
In questi giorni, in occasione del Capodanno Cinese, il governo municipale di Pechino ha avviato la distribuzione di 10 milioni di yuan digitali tra la popolazione.
50.000 persone hanno ricevuto pacchetti da 200 yuan (corrispondenti a circa 25€) in valuta digitale, spendibili dal 10 al 17 febbraio sia offline che online. In che modo? Tramite le app di particolari negozi e ristoranti di Wangfujing (una delle principali aree commerciali del Paese) e sull’app della piattaforma eCommerce JD.
Qual è l’obiettivo di questo programma?
Nel breve termine, la strategia messa in campo si propone di incentivare i consumi in occasione di una delle principali feste del Paese. Ma a ben vedere, c’è dietro un progetto molto più ampio.
Dal 2019, la Cina ha infatti avviato un programma pilota di sperimentazione dello yuan digitale che vede protagonista la stessa Banca Centrale cinese.
Testati già a Shenzen e Suzhou (che ha deciso di inviarne 30 milioni in questo stesso periodo), gli “e-yuan” arrivano così nella capitale: terza città a inviare denaro in valuta digitale ai cittadini e a prendere parte al programma con la partecipazione di sei banche. E la città sarebbe intenzionata a espandere ulteriormente l’uso dello yuan digitale in vista delle Olimpiadi invernali del 2022.
I protagonisti dell’esperimento
È interessante notare come al programma abbiano preso parte nove istituzioni cinesi, tra cui banche statali e alcuni colossi dell’eCommerce. Si tratta di realtà scelte dalle autorità monetarie per sviluppare e collaudare diversi sistemi di pagamenti digitali.
L’idea è quella di testare i vari sistemi tecnologici messi a punto dai nove competitor per verificare quali si dimostrino più efficaci. Verranno così individuati uno o più attori a cui affidare lo sviluppo di un ecosistema di pagamenti digitalizzato di livello nazionale.
Qual è il ruolo della Banca Centrale?
Degno di nota è il ruolo della Banca Centrale sia nella sperimentazione che nel monitoraggio dei risultati. Un ruolo sempre più cruciale nel campo delle valute digitali non solo in Cina, come dimostra un report della Banca dei Regolamenti Internazionali: ben l’86% delle banche centrali (su 65 prese in esame) dichiara infatti di essere impegnato nella ricerca in questo campo.
Come afferma Agustín Carstens, General Manager della Banca dei Regolamenti Internazionali, nel futuro della moneta digitale “la banca centrale deve giocare un ruolo fondamentale, garantendo la stabilità della valuta […] e sorvegliando la sicurezza generale del sistema“.
Che riflessioni ci suggerisce il caso dello yuan digitale?
Sicuramente, tutto questo ci fa comprendere l’affermazione irreversibile di tecnologie e sistemi alternativi alla moneta fisica, con enormi vantaggi per i consumatori così come gli eCommerce.
Allo stesso tempo, dall’esperimento cinese emerge chiaramente la responsabilità delle istituzioni sia pubbliche che private nel cooperare e sperimentare in maniera sinergica soluzioni innovative e sicure.
Una rivoluzione digitale è già in corso, e occorre spingerla sempre più a beneficio di imprese, cittadini e consumatori.